Gintaras Grajauskas, poeta lituano attivo nella città portuale di Klaipeda sul Mar Baltico, è autore di componimenti ironico-speculativi, redatti in uno stile colloquiale, con frequenti e compiaciute "cadute" verso il registro del parlato di strada, e altrettante ardite "risalite" verso inattese "pointes" meditative. Racconta storie a prima vista banali della vita d'ogni giorno. Ma il dato banale non si palesa immediatamente: è trasfigurato mediante un calcolato uso dell'ironia e dalla scelta di un punto di osservazione meno scontato, talora addirittura tale da debanalizzare il dato medesimo. Grajauskas ha opportunamente appreso a usare una nuova (rispetto a quella già in uso durante l'epoca sovietica) "lingua di Esopo".