Clerici ha dotato la cronaca sportiva di grazia, in un tempo dove i commenti sono adrenalinici, sopra le righe, roboanti e vacui. Clerici ha usato la grazia attraverso una scrittura ricolma di rimandi, simile alle sue telecronache trapuntate di sospiri e aneddoti. Tutto questo lo porta sulle strade della poesia, che altro non è che una rottura delle convenzioni, o come scrive l'autore un'arte che "non tiene conto di ragione". Questo libro è un intimo e segreto diario dove sono raccolte liriche che disegnano una piccola ricetta che consola il cuore e i sentimenti. Ogni verso sembra scaturire dalle esperienze personali di Clerici con l'arte, il tennis e la propria biografia.