"L'aria che respiriamo, il ghiaccio su cui danziamo, la danza stessa con i suoi gesti stupendamente superflui ma necessari - queste analogie sono incarnate nella poesia. Le mie poesie tendono ad essere sulla storia, sull'arte, sull'amore e sulla fragilità in genere, perfino in certa misura sulla politica della fragilità. Ho però sempre voluto il suono della strada accanto a me. Invecchiando (avrò presto sessant'anni) è naturale che la mia stessa mente cominci a rivolgersi al metafisico e al trascendentale, ma so che una parte di me resisterà sempre a tali ascensioni." (George Szirtes)