Monia Gavioli (Bondeno, 20 aprile 1974) lavora da sempre nel settore agricolo e in quello della ristorazione. Sposata, abita nella frazione Santa Bianca di Bondeno a due passi dal Canale Diversivo, sull'argine del quale s'incanta a guardare sambuchi e rubini. E s'incanta anche a guardare balle di paglia, fiaschette di vino all'ombra degli alberi, gatti erranti e vecchie corti dove l'orologio sembra essersi fermato. E adora immergersi nelle pagine di Charles Bukowski, Paulo Coelho, Emily Dickinson, Alda Merini e Pablo Neruda, e nelle note dei Queen, di Marco Mengoni e Luciano Ligabue. «Mondo chiama mondo» è il suo motto: se ti butti nella vita farai molte esperienze e sarà la vita stessa a venirti incontro. «Occhi dolci, tramonti e notti, segreti, fiori d'inverno, dolori senza volto, sconosciuti in un bar senza nome, paesaggi della nostra terra piatta e immaginifica popolano le pagine di Monia, ci raccontano del suo sguardo curioso sul mondo che ruota attorno a lei, della sua malinconia viaggiante, attenta alle tempeste di anime (anche) sconosciute» (dalla prefazione di Moreno Po).