Una poesia che sembra rappresentare l'amore in ogni suo passo, ogni sua parola, ogni suo verso. L'amore che stringe il cuore, toglie il fiato e a ogni colpo d'occhio regala un senso di pienezza e vuoto al tempo stesso. L'amore, non solo l'innamoramento, ma l'Amore. Quello che dura, quello difficile da dimenticare, difficile da lasciare andare. La poesia di Gabriella Pison è fatta di versi morbidi che si dissolvono in ritmi vellutati, melanconici. Un'ombra di dolce tristezza vela, infatti, le sue sensazioni quasi a testimoniare un connubio tra dolore e speranza, un connubio sempre in bilico su quel baratro appena sfiorato. Un linguaggio ricco che fa pensare a un pittore impressionista mentre imprime su tela colori, esperienze e sentimenti. Aleggia lungo il percorso, che la poetessa ci invita a compiere, un vento leggero di apparente discontinuità che si ricompone però alla fine in un melodico e accattivante complemento: non si vive in superficie, si vive scavando nel profondo della propria anima abbracciando le opportunità, le occasioni mancate, fiocchi neve che si mutano in farfalle. E a quel punto il nesso logico tra un clavicembalo, una nota stonata, una ruga e una stella cadente apparirà al lettore in tutta la sua disarmante bellezza.