Le poesie di Gian Piero Stefanoni si configurano come una fastosa, ricca e intensa (non barocca) serie di preghiere rivolte a Dio. Sembra di dire una cosa ovvia, data la presenza frequentissima di maiuscole nel riferirsi e appellarsi al divino, e il tessuto verbale che volentieri si rifà al testo biblico nonché, qua e là, a quello liturgico. Meno banale, e più importante, però, è l'essenza più profonda di questi testi, la quale risiede nella fertile coesistenza di supplica e ringraziamento. Sullo sfondo Roma, la città della cristianità che l'autore abita con amore critico, riempiendone le distanze con la generosità dello spirito; la ama come teatro dell'"ineluttabile amore" che innalza con versi tramite i quali va a costruire un amplissimo e personale Credo.