«La storia di Bianca e Giorgio non è la storia di un amore, ma la storia dell'amore in quanto tale. Nella sua magnifica consistenza intangibile e al contempo totalmente corporale, l'amore è il desiderio di ogni essere umano che cerca nell'altro la sua completezza. Ma non solo questo. L'amore che si consuma costruendosi è sempre plurale, è storia di storie che si intrecciano, avvicendano, l'una figlia e genitrice dell'altra. Rossella Frollà, nel suo "Amico sconosciuto", si avventura nel viaggio più rischioso e autentico per chi vive la letteratura come vocazione. Anche solo per un istante, un lampo di luce, dare volto all'amore, motore dell'universo» (Daniele Mencarelli)