In un libro di poesia colpisce l'affermazione "La poesia è inutile e meschina" (Lovelife) che costringe il lettore a fermarsi e meditare. Fermarsi e meditare sul valore della poesia oggi, sull'importanza della poesia in questo secolo avviato in un cammino esasperatamente tecnologico, condizionato da una evoluzione nella tecnica della comunicazione che vede anche il linguaggio artistico e poetico andare alla ricerca di un approdo nuovo da scoprire. Francesco La Torre è uno dei giovani poeti che nella sua opera pone il problema del nuovo sentire, del nuovo parlare. Egli ci presenta una poesia giovane, intensa, vivace, che, ancorata a tecniche espressive già collaudate, si spinge oltre e pone al centro dell'attenzione la parola e il verbo. Il verbo come parola capace di intaccare i sentimenti umani e trasfonderli nella scrittura che in La Torre diventa un'immagine simbiotica di fantasia e realtà, di passato e di presente, di ricordi e di azioni nel loro evolversi.