"La libertà dei versi è la libertà del reale, ma non scade mai nell'anarchia. È una libertà consapevole di quelli che sono i limiti della vita, visti però non come una restrizione, bensì come l'infinito recinto in cui tutte le sensazioni e le emozioni dell'uomo possono giustificare la loro esistenza. Ecco, allora, il senso delle albe e delle tenebre che è possibile incontrare nelle poesie di Caroleo: che siano l'animo rigenerante di un essere umano, oppure il simbolo di una illusoria vittoria sul male, le albe e le tenebre sono l'alfa e l'omega, i confini al cui interno si muove la vita, la quale arriva anche a contemplare la stessa morte. E che la morte sia compresa nella vita ci è chiaro fin dall'epigrafe iniziale, in cui le tenebre non muoiono a causa dell'arrivo dell'alba, ma nascono all'alba: la morte è generata ossimoricamente dalla vita e ne è la sublimata continuazione. In attesa di compiere questo passaggio, non possiamo fare altro che diventare consapevoli di essere quel che siamo, e non ciò che gli altri ci immaginano."