Quello di Franca Olivo Fusco in Affinità poetiche (Questo verso l'ho già letto) è stato un percorso faticoso ma anche stimolante, partito dal filo della memoria e poi proseguito e verificato sui testi di tanti autori, con molte sorprese, come nel caso del famoso "male di vivere" di Montale, in Ossi di seppia del 1925. Luigi Pirandello, in Romanzi, parte IV, dal libro Mal giocondo del 1889, aveva già scritto "il mal triste di vivere". E ancora, i due splendidi versi di Sandro Penna "io vivere vorrei addormentato/ entro il dolce rumore della vita" derivano, il primo, da Umberto Saba "e vivere vorrebbe addormentato" nella poesia Dopo la giovinezza e, il secondo, da Attilio Bertolucci "ancora vita il tuo dolce rumore", in Convalescente. Sono solo alcuni esempi, ma il lettore troverà nel corso della lettura tante "affinità" e "riprese" che evidenziano reminiscenze e veri e propri "debiti culturali", più o meno consapevoli.