Poesie che diventano riflessioni esistenzialiste che superano la dimensione della sofferenza personale e che denunciano il vuoto esistenziale comune a tutti gli individui della società moderna, permeata da precarietà etica e morale, a causa della quale si vive in contraddizione con la propria natura di esseri coscienti e capaci di riconoscersi nelle proprie fragilità. Già il filosofo Eraclito distingueva gli uomini tra "desti" e "dormienti", identificando i primi come coloro in grado di andare al di là dell'esperienza immediata e cogliere il principio del mondo e i secondi come coloro che si fermano all'apparenza delle cose e vivono nel sogno e nell'illusione. Poesie che richiamano al cambiamento di se stessi in grado di scuoterci dalla condizione di assopimento a cui sembriamo condannati e che ricordano che l'unico esercizio che allevia la sofferenza è la condivisione delle proprie ferite, è avere il "coraggio di lacrimare insieme".