La poesia espone la capacità dell'homo sapiens di sentire se stesso sentirsi e così dà sollievo al bisogno, al dolore, alla morte. Coscienza della coscienza che viene chiamata ora «Dio» ora il «nulla». Per la coscienza incosciente di sé c'è l'illusione, la gioia perduta, la speranza in bilico, la fede senza fondo. Per la coscienza che si spia e si scopre in tensione con un sempre altro da sé cadono i contenuti e la parola comunica nel suo silenzio. È seguendo questa «poetica» che il presente libro è stato scritto: un documento, uno sguardo al fondo, una fiducia tanto più necessaria quanto più ci affatichiamo a demeritarla. (Carlo Focarelli)