Essere nella storia, nella cronaca, nella quotidianità del nostro tempo, vuol dire trovarsi in un campo fisico di sollecitazioni che l'individuo, come un prisma, rinvia in un continuo gioco di riflessi e variazioni. In Laser Aerosol l'autore rinuncia al gioco consapevole, lasciando parlare il flusso delle associazioni ed evitando di indossare maschere identitarie. Il testo assume quindi il carattere di un "poliloquio" che partendo dal più banale dei lapsus non lo corregge, ma lo guarda svolgersi secondo l'intima coerenza della lingua. Così una realtà ridotta a figurine dei tarocchi, quale quella proposta oggi da vecchi e nuovi media, viene restituita in forma di nuvole e frammenti, ma con inattese, abrasive, concentrazioni.