Raccolta poetica dedicata a Venezia in cui fin dal titolo appare esplicita la prospettiva dell'autrice: il "controluce" è un vedere/non vedere, un dover "mettere a fuoco" una realtà multiforme e cangiante, spesso inafferrabile ed evanescente, un ricercare, all'interno di un quotidiano, enigmatico gioco di specchi, il senso profondo, il nocciolo segreto del nostro vivere. Venezia campeggia nell'intera raccolta in uno spazio e un tempo che oscillano di continuo tra realtà e sogno, memoria e fantasia, concretezza ruvida e abbandono fantastico, una Venezia, appunto, in controluce, evocatrice ed enigmatica, che non dà risposte nette e definitive, ma parla un linguaggio arcano e indecifrabile.