A Cavallo tra il 1921 e il 1922, T.S. Eliot è preda di un grave esaurimento nervoso. La Prima guerra mondiale è finita da poco, da poco è concluso il conteggio dei cadaveri ammassati nelle trincee di mezza Europa. Il suolo del continente è maciullato, fetido, coperto da solchi e ferite ancora fresche, crivellato da crateri di bombe e granate. Non è una terra desolata, questa. È una terra devastata. Dal letto della sua clinica svizzera Eliot non smette di scrivere e, una volta a casa, mostra a Ezra Pound il manoscritto di The Waste Land, consegnando ai posteri un'opera fondamentale della letteratura del Novecento. Oggi, in questa nuova edizione, Carmen Gallo ritraduce e riplasma il poema di T.S. Eliot: ogni verso prende nuovo valore, ogni parola si sposta di senso, a partire da quelle del titolo. Perché questo racconto di disperazione, morte e rovina, ma anche di rinascita e fertilità, non ha smesso di parlare al lettore di oggi, e non smetterà di dire qualcosa a quello del futuro: nelle stanze di Eliot si svolge la partita a scacchi che la nostra civiltà, ciclicamente, gioca con la fine.