«Odora di mare e di sole il giardino delle Carmene. Mi riparo sotto la siepe tra due colonne forti e pure di marmo bianco e rosa luce. E mi abbevero di rugiada.» In questo breve poemetto l'autore ci riporta a un tempo e a un luogo ormai perduti, trasfigurando la realtà con il delicato filtro della poesia. Il giardino delle Carmene diventa luogo prediletto per la descrizione di una natura bucolica, che con rimandi mitologici e richiami romantici, si rende subito protagonista dell'opera. Ogni elemento armonizza con gli altri senza perdere la propria individualità; così il girasole "alza lo stelo... e rivolge il tondo suo capo / a pura luce del mattino." Mentre i cespugli del rovo "rotolano su sabbie cinti, /spinti da raffiche di mare / forti come abbracci d'amanti". Tra mare, dolci ninfe e orizzonti infiammati la perfezione della natura è riassunta grazie alla capacità di avere sguardi d'incanto.