Con scritti di Antonio Spagnuolo, Luciano Nanni, Silvio Raffo. Francese di origine, Edith de Hody Dzieduszycka (Strasburgo, 1936) ha lavorato a lungo al Consiglio d'Europa, dove, insieme a colleghi di diverse nazionalità, ha fondato il Club des Arts, con lo scopo di organizzare mostre, incontri e letture di poesie. Nel 1966 la sua raccolta "Ombres" ottiene il Secondo Premio al Prix des Poètes de l'Est, organizzato dalla Società dei Poeti e Artisti di Francia. Negli stessi anni, mentre disegna, dipinge e realizza collages, alcune sue poesie vengono pubblicate sulla prestigiosa rivista «Art et Poésie» diretta da Henry Meillant. Nel 1968 si trasferisce in Italia e dal 1979 risiede a Roma, dove si dedica anche alla fotografia, incoraggiata in particolare da Mario Giacomelli, André Verdet e Federico Zeri. Continua intanto a scrivere poesia e prosa, e nel 2007, con prefazione di Vittorio Sermonti, appare in questa nostra collana la sua prima raccolta italiana, "Diario di un addio", cui fanno seguito "Cellule" (2014, prefazioni di Stefano Gallo e François Sauteron) e "A quale Pessoa" (2020, prefazione di Silvio Raffo). Sempre per la Passigli Editori ha tradotto e curato nel 2023 il libro di memorie "La casa del dolore. 1944-1945", in cui sua madre Geneviève de Hody racconta la drammatica prigionia nel carcere tedesco di Clermont-Ferrand insieme al marito, deportato poi, in quanto prigioniero politico, a Mauthausen, dove trovò la morte nell'aprile del 1945. Molti i video realizzati con sue poesie, in particolare in collaborazione con Pino Censi, Diego De Nadai, Giulia Perroni.