Un romanzo epistolare, sperimentale, poetico e aperto al lettore, chiamato a entrare nel gioco della scrittura, intesa come una pratica di contatto. Una raccolta di lettere tra due giovani donne, Bubi e Silvi, che raccontano la lontananza, la malattia e la perdita della madre di una delle protagoniste, che si rivela, anch'essa, in un commovente e intenso epistolario con la figlia. Il testo affronta il dilagare dell'epidemia, scavando nella quotidianità, cercando il salvabile del mondo e della vita. Un romanzo che affronta il dolore, trasformandolo in un'occasione di amicizia, amore e speranza. Se descrivere il mondo contemporaneo è difficile perché è sempre nuovo, queste lettere vogliono provarci, attraverso "armi molli" che intendono creare un nuovo senso di collettività, laddove si iniziano a ergere statue all'individuo. Una pratica, quella delle lettere, che mette insieme profondità ed ingenuità proprio nel modo in cui ci si confida, con il desiderio, allo stesso tempo, di affidare questa confidenza al mondo intero.