Dopo "Autointerpretazione", il testo in prosa che Däubler aveva premesso alla seconda edizione dell'"Aurora boreale", esce ora la prima parte della sua straordinaria composizione, di oltre trentamila versi. Il volume, aperto da una presentazione di Luigi Garofalo in cui vengono richiamati i saggi del testo del 2022, che immettono il lettore nella vita e nell'opera di Däubler, si chiude con i saggi di Marcello Montalto e Paolo Ruffilli, ai quali si devono la traduzione dei versi e la loro strutturazione poetica, nel rispetto delle rime dell'originale. La poesia di Däubler vive costantemente in una dimensione visionaria. Pur partendo dai dati reali, a giocare la carta vincente è l'immaginazione, in quanto immaginare non è un occasionale e generico fantasticare, ma dare corpo di immagine a ciò che si arriva a intuire. L'aurora boreale è il segno permanente nella ricorrenza della primigenia coniugazione tra il sole e la terra, reazione elettrochimica e metafora visibile di una luce giallo-sole originaria che, mescolandosi al blu-notte del buio, produce le scie di verde-vita che la caratterizzano. Trattare in versi gli argomenti teorici è sempre difficile e Däubler, per tradurre liricamente anche i passaggi più ideologici, fa ricorso a tutti gli espedienti che la poesia offre. Nella convinzione che il ritmo sia lo strumento migliore per affrontare la sfida.