Viatico emozionale, la silloge di esordio di Donatella Pardini. Un mosaico di epifanie sull'amore, il tradimento, la fiducia che vacilla, l'eros, la non arrendevolezza, struggente come la tempra inesauribile delle donne, che dopo le cadute diventano più forti come figlie e come amanti, come compagne e come amiche, mantenendo e rafforzando la dolcezza che, mista alla sensualità, crea un connubio vincente. La musicalità di versi coglie l'essenza di ogni straordinario aspetto dell'essere donna, il significato che sottende a ogni più lieve sfumatura. Un florilegio di eleganza e raffinatezza stilistica nella sua apparente linearità. La poetessa traccia una sorta di labirinto emozionale raccontandosi, svelandosi con candido pudore eppure con fermezza, trascendendo l'esperienza personale e arrivando al cuore del lettore. "E... adesso/ comincerò a raccontarmi./ Io non sono che una silente/ parola che batte contro i denti./ Non ho voce per gridare,/ i miei pensieri, gridano per me./ Li scrivo su carta, sono indelebili/ come inchiostro di fuoco". Quando arriva il momento di chiedere alla vita qualcosa per se stessi, quando si è dato tutto e tanto si è avuto ma... Una sensazione di appartenenza, un alito di freddo desiderio, la melanconia che abbraccia come una danza di specchi. Mettere nero su bianco la propria determinazione a rispettarsi di più, a darsi spazio e tempo, a perdersi nel profumo di una notte d'autunno. Essere donna. Petali di donna: infiniti adesso dell'anima.