Esther Dischereit è ritenuta in Germania una fra le voci più importanti della seconda generazione della letteratura ebraica dopo la shoah. Con questo suo primo libro di poesia denuncia, nel 1996, la sordità della società tedesca alla questione della shoah e al tempo stesso si sottrae alla retorica che su questo tema si va cristallizzando. Clandestina in due mondi e in due culture - quella tedesca e quella ebraica - Dischereit combatte contro le troppo facili categorizzazioni e indaga le difficoltà esteriori e interiori del suo essere ebrea. Nei versi di questo libro si incontrano echi dell'espressionismo tedesco e frammenti della tradizione ebraica, imbastiti dai brandelli di un trauma che si ribella al silenzio ma vuole trovare un nuovo linguaggio che non si limiti a guardare indietro ma attraversi le ferite della sua contemporaneità.