La raccolta si propone come un'autobiografia generazionale, testimonianza di un disperato tentativo di sopravvivere all'interno di una realtà svuotata, tempo e luogo di naufraghi in un burrascoso mare di scarno individualismo. In un mondo che intima disincanti e scorrerie, l'Io lirico viene braccato da un oscuro inquilino che lo costringe a fermarsi, a premere pausa, a riavvolgere il nastro. Nell'attesa di ritornare a respirare, si volge a dipingere un prato di memorie, di attese, di speranze che lo riconsegneranno alla vita.