"Terra chi teni lu me cori" è una silloge di 52 poesie in lingua siciliana che l'autore salemitano Gioacchino Di Bella, con umiltà, definisce Primo quaderno siciliano. I componimenti di variabile estensione metrica trattano sentimenti elementari e sensazioni desunte dal vivere e dal sentire in terra di Sicilia: tutto, nell'isola del Sole, può trasfigurarsi in poesia intima e vibrata. Ecco, quindi, affiorare, tra i versi del poeta, lo scirocco, i frutti traslucidi del gelso, le esperienze del tempo vissuto, le parlate della gente, gli assurdi nonsense, il ricordo, l'amore, la natura e il canto imperioso del mare.