«A chi parla la voce della poetessa? e di chi? Voce decisa di poetessa esperta e insieme con una vena di timidezza che si mostra nelle spezzature del ritmo, quasi inciampi del dire, o timidezza quasi di singhiozzo... È un autoritratto? è un culmine tremante e feroce di favola personale? Il solstizio del titolo rimanda a una pienezza di tempo. Eppure si riferisce a un andare. In che punto siamo, da che punto viene la voce che anche impietosa giudica e poi pietosissima raccoglie memorie, attimi, incontri?» (Dalla quarta di Davide Rondoni)