Ausonio, retore e grammatico di grande prestigio, figura di transizione fra il mondo antico e quello romano-barbarico, poi medioevale, è autore di una produzione letteraria sterminata, ma spesso di non alta qualità. Negli epigrammi spicca la sua vena ironica e dissacrante, anche se a volte corriva e pesante; il filone erotico, in taluni casi sgradevole e barocco; ma spicca soprattutto il suo sentimento dell'ambiguità, che emerge nella descrizione di sessi incerti o doppi, negli innamoramenti impossibili e micidiali, nei personaggi effimeri tra realtà e finzione: è qui che Ausonio appare poeta d'una stupefacente sensibilità moderna.