"La raccolta di poesia del fiorentino Davìde Carpanà è molto diversa da quelle a me note o che siamo abituati a leggere. Si tratta di un testo assai creativo, non solo per lo stile della sua scrittura in versi, che ha la forza della comprensione razionale soprattutto se si tiene conto che la poesia è la voce dell'emozione e perciò dell'inconscio e, più che essere capita, va sentita, percepita quindi irrazionalmente. Difatti le parole usate non sono auliche o ermetiche, ma semplici e spesso di uso comune: il che sicuramente accentua l'autenticità del mondo interiore del poeta. Ricordiamo che la semplicità è un punto di arrivo, non di partenza: è così nella vita, è così nella letteratura, specialmente nella poesia, il cui compito è quello di andar dritta, colpendo, come un arciere con le sue frecce, il cuore del lettore: quanto più essa è scarna, tanto più il lettore si trova vicinissimo allo scrittore, proprio grazie a quelle parole, perché, senza neanche accorgersene, sta condividendo con lui la stessa esperienza emotiva".