«Allo scopo di sollecitare la sensibilità e la curiosità degli appassionati veneti di poesia, mi sono procurato il piacere di volgere liberamente cento sonetti romaneschi del Belli in altrettanti sonetti in dialetto veronese, scegliendo fra le composizioni del poeta quelle che a mio parere possono offrire un accettabile, anche se minimo, panorama della sua opera per contenuti e per validità poetica, segnatamente dove il Belli indugia in quel suo meravigliato grottesco. È stato un compito non facile trattandosi di temi difformi, affidati ad un dialetto romanesco arcaico e di ostica grafia, ma sicuramente un impegno affascinante, che ho affrontato con entusiasmo... Spero che questo mio saggio contribuisca, nei suoi limiti, alla maggiore conoscenza di questo grande poeta e della sua opera: vero monumento della plebe romana». (Tolo Da Re)