La stesura delle "Ossa di corallo", cominciata nella primavera del 2013 e terminata quattro anni dopo, apre e chiude un ciclo memorabile di stagioni, vedute sotto l'ottica di una lirica essenziale, melodica, il cui tema cruciale è l'esotismo del luogo, l'evocazione primigenia, la consapevolezza che le cose accadano, prima ancora che queste ci siano chiare, nel sangue. L'amore, morale o corrotto, è qui un fatto. Il ricordo del tempo umano, divenuto mito, colloca la figura della donna, alla quale le Ossa parlano, come "cagione di tutte le cose" ed ancora "speranza e delirio, sodalizio e ricordanza". Non mancano influenze culturali legate al vissuto dell'autore, e rimandi a luoghi reali, attesi, trasfigurati, nonché una certa qual consapevolezza dell'immortalità del verso che affermi la concretezza di tali memorie, quando queste paiano sfuggirci. Le "Ossa di corallo" si collocano quindi nel contesto poetico del dramma; possono dunque dirsi fatali.