«L'ultimo uomo ad aver composto e vissuto una vita di poeta.» Così l'intellettuale e poeta francese maestro del simbolismo Paul Valéry descriveva Gabriele d'Annunzio, artista che con la propria soggettività poetica dirompente ha segnato un profondissimo iato nella storia letteraria del Novecento. Il suo rapporto con la scrittura poetica fu continuo e costante: immaginatosi poeta leggendo Giosué Carducci, incarnò il ruolo di nuovo Vate d'Italia con il maestoso progetto delle "Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi" e nel lirismo mitico e simbolico della raccolta "Alcyone", tra i testi più alti del Novecento italiano ed europeo. Successivamente l'esperienza della Prima guerra mondiale lo richiamò verso una poesia impegnata, legata all'attualità e alla politica. In questa selezione ritroviamo la produzione più significativa del poeta esteta, per apprezzarne la varietà, il simbolismo, l'inebriante simbiosi tra l'uomo e la Natura, e riascoltare una parola che ancora riesce a vibrare nel nostro immaginario.