«In versi fortemente densi di significato e caratterizzati da una musicalità aspra, dolente, l'autore inscena quella che potremmo definire una sorta di metafisica del reale. La metafora della guerra, descritta nei suoi segni materiali più drammatici e crudi, diviene allegoria di una condizione spirituale perenne, che finisce per coincidere con l'intera esistenza, con le sue pungenti contraddizioni, la sua insensata e sostanziale violenza, la difficoltà ontologica di spezzare la solitudine aprendosi agli altri nella condivisione del dolore ineluttabile.» (Fabrizio Azzali). Opera poetica I classificata al Faraexcelsior.