La poetessa descrive e apre la verginità della sua anima al lettore. Un cammino catartico verso il suo io più profondo alla ricerca viscerale di sé stessa, un tempo smarrita in una natura matrigna ed ora con una Fede salvifica ha riscattato sé stessa. La poetessa afferma: "Vivo l'inverno come una giornata d'estate luccicante. Il tempo inesorabile scorre, cerco il mio io allontanando le maschere di ghiaccio, fantasmi che rincorrono i miei sogni. Finalmente libera di cantare un inno all'amore, un tripudio di note armoniose di felicità!". Sogni e realtà, entrambi all'interno di un cammino ad ostacoli, grazie al quale Cristina arriverà alla purezza dell'anima straziante. Il suo cammino diventa grido, il suo grido diventa Ode, nel ricordo della nonna e di chi le è stato accanto. Come un girasole Cristina cerca la luce, la troverà in sé stessa, dal momento in cui la fiducia diventerà un'apertura verso nuovi orizzonti e porti sicuri in cui approdare.