Silloge intensa, cui la poetessa affida l'arduo compito di esplorare l'animo umano e cogliere senza lacrimevole pietismo emozioni e sofferenze vissute durante la Pandemia. Nei giorni sempre uguali e senza certezze, la solitudine diventa l'unica compagnia e spinge a scavare nell'io profondo, rivelando con una sincerità sconvolgente emozioni forti e vibrazioni d'inquietudine esistenziale sulla sorte del vivere. Ben consapevole della piccolezza di noi uomini e donne, l'autrice invita a riflettere sui nostri comportamenti e sull'importanza di valori fondanti come l'amore per la natura, l'amicizia, il gusto della lentezza, la bellezza in tutte le sue forme. Un cammino intimo che una moderna versificazione rende percepibile, reale. Le cose si fanno veste, colore, involucro di brandelli d'anima, metafore di voci e silenzi, albe e tramonti, allegorie di un sentire, che la poliedrica artista offre alla sensibilità del lettore. Diventa allora naturale scorgere un forte legame tra il suo linguaggio pittorico e la scrittura, mai banale, alla ricerca di percorsi sempre nuovi. Anche il titolo, messaggero dell'anima, evoca notti illuminate dalla luna e fiori pallidi dalla vita breve, straordinari nella loro semplicità, elementi di un panismo vissuto, di fondamentale importanza quando la realtà sembra sfuggire. I versi, brevi, ricchi d'immagini surreali e metaforiche, liberi dalla prigionia di una punteggiatura classica, incidono a fuoco gli attimi sofferti grazie a un lessico denso che rende al meglio il pensiero nell'appassionata e riuscita sperimentazione di uno stile felicemente personale.