Queste "favole in versi" furono scritte una settantina di anni fa da John Anthony Ciardi, poeta, docente universitario di letteratura inglese, critico letterario, etimologista, curatore di numerose antologia di poesia americana contemporanea, traduttore e intellettuale finissimo - si deve a lui, fra l'altro, una delle più stimolanti e diffuse traduzioni della "Commedia" di Dante. Ciardi (Boston 1916 - Metuchen, New Jersey 1986), figlio di emigrati italiani negli Stati Uniti provenienti da Manocalzati, un paesino della nostra Irpinia, fu tra le menti più dotate e versatili del Novecento americano. Sono versi, quelli qui raccolti, di tono fiabesco-didattico, che conservano ancora oggi, intatto, il fascino sorprendente della maestria linguistica dell'autore, nonché il suo fecondo interesse verso il mondo fantasioso dei bambini. Fu proprio questo fortunatissimo libretto (ben sette edizioni nel giro di quattro anni), corredato dalle gustose illustrazioni di Madeleine Gekiere, a costituire la prima raccolta di children books, di Ciardi. A "The Reason for the Pelican" seguirono parecchie altre raccolte che ebbero un'enorme diffusione in tutto il Nordamerica. Se si sfoglia la sua imponente bibliografia si scopre che ben tredici dei sessanta libri da lui pubblicati sono dedicati al mondo dei bambini, al quale Ciardi (amico e rivale di Robert Lowell: ambedue bostoniani) si dedicò con entusiasmo. Si tratta di una succulenta primizia per il pubblico italiano, un vero gioiello per fantasia creativa e amore verso la lingua con la quale giocare insieme con i bambini. Vi compaiono animali particolari: primo fra tutti il pellicano (dal lungo e fantastico becco che certo non è né un cucchiaio per mangiare una minestra né una scarpa di riserva); draghi, molluschi giganteschi, gufi, civette, foche e trichechi che ciarlano fra di loro; e ancora: lucciole, pitoni, orsi polari, aironi, leoni, e perfino animali fantastici, nati dall'inesauribile fantasia linguistica di Ciardi. Sta proprio in questo il fascino di queste piccole fiabe-in-versi, che costituiscono da un lato uno stimolo mentale, per figli e nipoti (ma anche per noi adulti), ad ampliare la propria capacità immaginativa, dall'altro, pedagogicamente, un avviamento alla migliore conoscenza della lingua. Perché solo una efficace e ricca conoscenza della lingua potrà farci - bambini e adulti - meglio capire, e dunque migliorare, la realtà in cui viviamo e nella quale chi verrà dopo di noi vivrà. (Luigi Fontanella)