Gli intellettuali baltici hanno percepito di essere alla frontiera tra Russia e Europa, di essere parte della storia europea, e non della "storia imperiale russa". Oggi i poeti lettoni rappresentano un'interessante cerniera tra Occidente e Oriente: da un lato fanno parte della diaspora russofona, vena rilevante della poesia russa contemporanea; dall'altro si ricollegano idealmente ai giovani letterati dell'Europa Unita. Semën Chanin è un autore molto attivo nel suo Paese, desideroso anche di farsi conoscere in tutta Europa: infatti è stato tradotto in numerose lingue europee. I suoi testi sono pervasi dal mistero a prezzo di un'intonazione volutamente ambigua: ciascuno di essi è un frammento di carne, strappato da un contesto a noi celato. Come se i suoi versi rappresentassero la voce di uno che si è completamente perso. Appare quindi "strana" l'illusione che sia possibile una narrazione armonica.