"Affacciato alla finestra sul mondo, il poeta guarda alle cose della vita con l'idea di farne un miracolo di bellezza". È questa la sua ossessione durante l'esistenza, attraversata e vissuta con parole piegate e ribaltate, inquiete e tenebrose, giocose e irascibili. "A cosa pensano i poeti" è una raccolta di cento poesie sul filo dei tormenti e delle piccole grandi gioie del poeta, tra la ricerca del senso dell'amore (spiegato con l'immaginazione del corpo bramato della donna) e l'eterna disillusione dei giorni scontenti, vinti dalla prepotente vittoria della solitudine, a suo modo rassicurante. Così vivono le parole "dentro stanze segrete per smuovere l'aria con la loro forza. Le prendo per mano ribaltandole dentro i miei sogni", ma restano sempre tante le domande dall'anima. Ci si chiede con piccolezza e umiltà "Che faccia hanno le false preghiere le false promesse le false premure. Che faccia hanno le false lusinghe le false poesie le false forme d'amore". "Alla fine del viaggio le parole senza smettere di volare sono arrivate a destinazione".