"Precipitato nel risveglio/non voglio sparire senza avere prima/ graffato il muro con un chiodo". Eccoci di fronte a vicende e situazioni colte in un'aria spesso "avvelenata", in un'aria quasi sempre "febbricitante", come lui stesso ci dice, con le sue parole e con i suoi versi, sempre, peraltro, formalmente composti e bene impostati. Autocritica è un libro compatto, non una semplice raccolta, in cui Caschetta ci appare fedelissimo a se stesso, anche nel suo legame stretto con le origini lucane, di cui a volte ci parla tra memoria e senso di appartenenza, tra barlumi di passato e necessità di un continuo ritorno alle radici. (dalla introduzione di Maurizio Cucchi)