Un magma di lemmi e sensazioni in divenire: passato, presente, futuro, modellabile e senza struttura. Innocenza non ancora foggiata. Questo è il codice delle illusioni: inusuali prospettive, utopia, serici intendimenti, respiri nei respiri, stupori... Ed è di questi contrasti che si nutre la raccolta, composta da sessanta componimenti a verso libero, senza rima: un incedere di versi che non rispondono a nessuna metrica, se non a quella dell'anima, in cui l'autore si immerge per far scaturire il malessere della società e delle angosce umane con una lingua poetica desueta, fatta di termini ricercati ed eleganti. L'abbrivio d'ogni lirica può nascere da qualsiasi spunto o termine che ispiri un suono o che tinga un pensiero purché se ne ricavi brivido. L'accurata forma lessicale si plasma per valorizzare l'astrazione enigmatica del concetto, le analisi inquiete, per dar voce alle rievocazioni, alle grida sottaciute, alle esistenze trascorse o da trascorrere. Un misterico getto di parole e versi in cui si coglie, nello spazio sconfinato della scrittura ermetica, una passione tragica e introspettiva, quasi decadente, tesa verso un destino inesorabile. Anche i termini onomatopeici, spesso usati dal poeta, aiutano a entrare nel canto, a volte lamentoso della lirica, e ci cullano nella lettura con un effetto quasi consolatorio.