"Non è certo la prima volta che Ennio Buongiovanni si cimenta nel singolare esercizio di declinare in poesia la propria passione per lo sport e per l'atletica in particolare. [...] Ora ci riprova con Lacrime d'oro, una raccolta di cento poesie (più tre, come tiene a precisare fin dal titolo del volumetto) che spaziano tra pista, pedane, strade, traducendo in parole il proprio sentire rispetto alla disciplina. Meriterebbe una medaglia già soltanto per questo, indipendentemente dall'apprezzamento del lettore, mai scontato, invero, soprattutto quando si utilizzano linguaggi (cos'è, del resto, la poesia?) che non godono più del favore popolare. Ma c'è molto altro al di là delle intenzioni, e il panorama è talmente vasto da consentire praticamente a chiunque di riconoscere e riconoscersi in questo scritto. È una poetica molto particolare, quella espressa dall'autore. Non ci si aspetti metriche classiche o rime, non si approcci la lettura di queste pagine con l'espressione accigliata del maestro elementare del tempo che fu: il significato, nello stile di Buongiovanni, prevale sul significante, la narrazione sulla combinazione dei fonemi. Poesie che in realtà sono racconti brevi, istantanee scattate sulle emozioni, siano esse proprie o condivise." (dalla prefazione di Marco Sicari)