Prima traduzione integrale in italiano di un'opera poetica di Nicole Brossard, Museo dell'osso e dell'acqua inaugura la collana la lumière obstinément di Affinità elettive. A offrirsi qui in lettura è un museo come luogo delle muse (la poesia) e delle rovine - fossili, frammenti sottratti all'incuria del tempo, scelti per essere esposti. Ma è museo che nasce da una riduzione al minimo, fatta astrazione di sangue, pelle e tessuti, per non lasciare che acqua, ossi. Ossa e acqua, due elementi come fossero uno, da cui tutto viene o torna, una vocale chiusa, «o», nell'omofonia che in francese li dice, l'una come fosse l'altra o al posto dell'altra, la durezza che sfida i secoli e la fluidità mai eguale a se stessa, nella verità della loro (in)distinzione e persistenza. In questo museo, a essere colti dall'esperienza di una soggettività femminile, sono la gioia, l'ombra, il desiderio e l'amore per le città - da Madrid a Dresda, da Montréal a Key West -, il corpo e la vita delle donne.