Universalmente note per i loro romanzi, le sorelle Brontë ci hanno lasciato anche indimenticabili poesie, che pubblicarono in parte nel 1846 ricorrendo agli pseudonimi maschili di Acton, Currer ed Ellis Bell. Versi in cui rivive tutto il fascino della natura selvaggia delle brughiere dello Yorkshire, le sue distese d'erica, roccia e foschia. Tra incanto e disperazione le tre scrittrici raggiungono vertici di acceso lirismo, di profonda e intensa armonia. Tradotti in modo suggestivo e musicale, riecheggiano in questi componimenti limpidi, sentimentali e cristallini i temi più significativi del grande romanticismo: la nostalgia metafisica, la morte, vissuta a volte come gelida compagna e a volte come consolante promessa, la solitudine dell'artista come sofferta terapia esistenziale, indispensabile per giungere alle vette supreme dell'Essere e della Bellezza.