La raccolta di versi di uno dei più grandi scrittori del Novecento, l'autore della trilogia "I Sonnambuli" e del romanzo epocale "La morte di Virgilio" Nel 1945, a New York, Hermann Broch pubblica uno dei romanzi capitali del secolo, di sempre, La morte di Virgilio. L'irruzione onirica - nel 1931 Broch aveva terminato la trilogia "I Sonnambuli" - e l'irrompere di tutti i generi, un'autentica esplosione etica, rende quel libro inclassificabile: alcune parti, in effetti, non sono più prosa ma monologo in versi, poesia. Di "sostanza poetica della Morte di Virgilio" parlò, per altro, Ladislao Mittner, introducendo la versione italiana del capolavoro. Broch ha punteggiato la sua disciplina letteraria di poesie: dal 1913 alla morte. Si tratta di versi occasionali, sagaci, rapaci, spesso abissali, che costituiscono un canzoniere sorprendente.