«La silloge di Marisa Brandano si espone fin dalla titolazione come un'opera diseguale nel panorama poetico italiano, abitato generalmente da sfoghi catartici che ricercano, dalla scritta parola e dal verso in particolare, la consolazione del momento, in un soliloquio che spesso solleva esclusivamente il poeta che ha disteso le parole sulla pagina bianca» (dalla prefazione di Giuseppe Aletti)