"L'orlo del giorno, la luce che tanto scarna / dal cielo l'increspatura / dei nembi frange / il tempo in dissolvenza, ragione / dirupa. Custodiamo / con tutto noi stessi / di noi facendo nicchia / quel raggio stinto / come concrezioni, cristalli, scisti / assembliamo sogni o ricordi / che a noi per primi sembrano / impossibili. Bevevano, mangiavano, / di nulla s'accorsero... Ora / dagl'irti sbalzi, da queste forre del cielo / sono quaranta giorni che precipita / nella conca liquido informe / come torba, soffoca - seppure / costantemente ci alziamo di quota - (...)". Opera poetica vincitrice al Faraexcelsior.