Celle porta alla superfice il flusso delle stanze più segrete di ciascuno di noi. Le parole arrivano dagli anfratti in cui l'esistere come necessità si piega alla fuga, alla perdita, alla pavidità ma anche all'amore, all'essere. Dieci stanze segrete, in cui, tra immagini strappate, e ripiegamenti dopo aperture alari, emerge la nota di una parola utilizzata nove volte: inutile, che sembra trionfare lì dove da aggettivo assurge allo stato di sostanza.