Come dice Saul Bellow in un libro definitivo, un fantasmagorico romanzo-saggio sulla modernità - brillante di invenzioni stupefacenti e rutilanti dritte al cuore e alla mente come nel Maestro e Margherita bulgakoviano -, More Die of Heartbreak (Ne muoiono più di crepacuore, 1987), riprendendo un epocale passaggio di Matthew Arnold, «ciascuno di noi è consapevole di avere un piccolo ghiacciaio nel cuore»: per questo, dice il protagonista del libro, «credo che muoia più gente di crepacuore che di radiazioni, e nessuno fa le dimostrazioni contro il crepacuore», in una società «dove l'egoismo è il cuore dell'etica capitalista» e la sua «Mano Invisibile» governa il mondo e «ormai anche gli angeli [...] dovranno diventare ragionieri o contabili». «Solo se si fa della nostra vita una svolta decisiva si ha ragione di esistere», ci ricorda l'autore, là dove «mai si è vista una bellezza priva di cuore così meravigliosa» come nella modernità - mentre «la bellezza è solo per i coraggiosi». (Roberto Pasanisi)