Un senso di smarrimento sempre presente e pervasivo sembra contraddistinguere quest'epoca post-covidiana e pre-apocalittica, un malessere generale di sottofondo, una sorta di mal di terra. La sindrome Mal de Debarquement è quella sensazione di squilibrio o dondolio che si verifica dopo una crociera per esempio, il viaggiatore può continuare a "sentirsi in mare" e non essere in grado di abituarsi alla terraferma. Questo l'asse portante che regge l'architettura della silloge, ma ve ne è anche un altro che dà un tono particolare all' opera: la parola come opera di salvezza, la poesia come terra di naufraghi da cui ripartire. "Colui che scrive una poesia scrive soprattutto perché scrivere versi è un acceleratore straordinario di coscien-za, di pensiero" affermava Brodskij ed ora più che mai abbiamo bisogno di ritrovare le coordinate di una reatà che sembra sfuggirci tra le mani. Si tratta di ritrovare il senso antico della poesia, il valore generativo e rigenerativo della parola che nel mo-mento stesso in cui si genera accresce la realtà. Wislawa Szynborska a proposito della poesia scriveva "io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo come la salvezza di un corrimano". Che la poesia sia questo, allora, il corrimano a cui aggrapparci per attraversare il buio di questi giorni.