La raccolta poetica di Cristina Bellemo racconta la solitudine dell'infanzia, talvolta luogo magico e sovversivo, talvolta territorio di desolazione e tristezza. I bambini e le bambine sono infatti persone spesso senza autentici paladini dei loro minuscoli mondi, senza difensori delle loro cose minime: nei loro giganteschi piccoli sentimenti, negli smarrimenti e negli stupori sono spesso lasciati soli. Da adulti capita di ritrovare quelle sensazioni che all'improvviso appaiono forti e radicate. Si è razionalmente consapevoli di avere conquistato, attraverso la crescita e le esperienze, strumenti preziosi per ripararsi e recuperare slancio e motivazione, ma quelle microscopiche fiamme, quelle minute schegge di ghiaccio, tornano a farsi presenti, nitide come tutto fosse qui, ora. I dubbi e le domande si stagliano quindi enormi: la ricerca e l'esplorazione sono sconfinate e, misteriosamente, possono condurre, forse, a nuove alleanze. Le parole della scrittrice che corrono tra le pagine trovano un momento di pausa e respiro nelle delicate illustrazioni di Sara Dalla Pozza.