Nel lager di Ravensbrück (unico lager del sistema concentrazionario nazista destinato specificamente alle donne) furono composte circa 1200 poesie da deportate, in prevalenza politiche, provenienti da vari paesi europei. Questa produzione è ancora sconosciuta in Italia, dove le poesie non sono mai state tradotte. L'antologia, frutto di un lavoro più che ventennale della curatrice, presenta una selezione di circa 90 poesie, composte da 50 poete di 15 nazionalità, in maggioranza polacche, francesi, austriache e tedesche, ma anche slovene, olandesi, danesi, russe, spagnole e italiane. Dalle poesie emerge un simbolico opposto alla forza e al potere: indicazione preziosa quando i traumi che hanno segnato il secolo scorso continuano a segnare le seconde e terze generazioni e permangono, in forme diverse, negli eventi catastrofici (guerre e migrazioni) generati dalla nostra attuale società.