"Moto ondoso, marino, isolàno. Al contempo: terreno, roccioso, interno. Questa la danza poetica che Virgilio Atz ci esibisce - creatore - in Aoristo, nel medesimo indefinito lasso temporale in cui lui naufraga tra Storia e memoria, e lì sembra annegare, ma poi riemerge per portarci a fondo, alla scoperta liquida e abissale di noi stessi, ammaliati da versi che sono sirene. [...] L'aoristo: il "tempo al di là del tempo", un tempo che nel suo essere tale non è definito, che sopravvive in sé. Intorno a questa sopravvivenza linguistica Atz costruisce la sua silloge, lirica sull'identità e l'appartenenza puntellata di importanti riferimenti letterari che vanno da Omero a Walcott, da Pessoa a De André. Protagonista e aiutante, Ulisse nella sua odissea e Virgilio dantesco, l'autore ci fa strada, guidandoci in un cammino che sa diventare comune isola di salvezza." (Dalla prefazione di Irene Piras)