Aftartos il sesto libro affiora come nell'antica Grecia, come grido inesorabile di speranza, nell'incorruttibilità del sentimento, nell'immortalità dell'anima e nell'eternità dell'io più recondito. Indistruttibile è l'anelito dell'uomo, che avanza ad ogni istante della vita, mancanza, assenza e virtù spingono quei valli remoti ad un incanto effimero chiamato esistenza, si emerge dall'inconsistente vulnerabilità, affiorando ad un principio eterno sofferto e contemplato, Aftartos unica parola d'un indelebile verità, che ancor oggi spinge il flusso dell'umanità ad arrancare contro la veracità d'imporsi con audacia alle solide istituzioni, a quel sistema che identifica il ruolo, il pregio, la volontà, come merce e non come dono. Ci si trova a vivere il sentimento, come se esso sia mercificazione del tutto e mai come sentiero singolare d'un esistenza mera, fatta soltanto di ricerche e di arricchimento personale, fatta di sconfitte sociali, ma di ritrovi esistenziali per riaffiorare a quel volto chiamato io. Aftartos un libro di verità, di sentimenti puri e vividi, di dolori per assenze e ritrovi per anime desolate, questo più che un libro, contempla e raffigura lo sguardo oltre quell'imposizione latente del sistema doveroso, dove coarta e schiavizza la mente e l'anima, impone e distrugge il sogno, sregolando la candida ricerca dell'io attraverso le bellezze pure del viver e il viversi oltre ogni raffigurazione sociale.